Disturbo ansioso depressivo: una delle sindromi più diffuse
Il disturbo ansioso depressivo è una delle sindromi più diffuse della nostra epoca. Questo disturbo è particolarmente complesso in quanto manifesta contemporaneamente sia i sintomi dell’ansia che quelli della depressione. Per questo motivo non è sempre facile riconoscerlo anche se esistono alcuni criteri volti a diagnosticare questo tipo di disturbo come: umore disforico (alterazione dell’umore in senso depressivo, accompagnata da irritabilità e nervosismo) per almeno quattro settimane, difficoltà di concentrazione e di memoria, bassa autostima e pessimismo, irritazione e facilità al pianto.
Questo quadro porta ad avere delle ricadute sugli impegni della vita quotidiana e i sintomi si manifestano in assenza di assunzione di farmaci o altre patologie.
Disturbo ansioso-depressivo. Quali sintomi?
Come detto in precedenza, i sintomi che caratterizzano il disturbo ansioso depressivo sono riconducibili da un lato all’ansia e dall’altro alla depressione.
L’ansia può essere definita come uno “stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa”.
Rappresenta quindi uno stato di allerta che prepara a ciò che potrà avvenire e questa funzione di protezione e preparazione non ha di per sé un’accezione negativa. Assume però un carattere negativo quando porta alla valutazione errata delle percezioni e, di conseguenza, ad una risposta inadeguata da cui nasce quella sensazione di tensione che logora le energie fisiche e mentali. La persona infatti crede di essere del tutto impreparata al pericolo e l’ansia si tramuta in un’estenuante stato di attesa.
Nello specifico, secondo la psicoanalisi, l’ansia è un segnale/sintomo di un conflitto interno che compare nel momento in cui un desiderio, un’emozione, o un sentimento, è censurato e rimosso dalla coscienza.
Dall’altro lato la depressione è uno stato patologico caratterizzato da umore disforico (tristezza, inquietudine, frustrazione), pessimismo, insonnia, difficoltà di concentrazione e generale mancanza di voglia di fare.
La psicoanalisi, in particolare, individua le radici della depressione nelle profondità dell’inconscio e nel mondo interno e il suo sviluppo è inteso anche come dimensione dello psichico che attiene alle vicende evolutive di ogni individuo.
Nel disturbo ansioso depressivo troviamo una compresenza di sintomi quali: pessimismo, preoccupazione eccessiva, umore disforico, irritabilità, disturbi del sonno, difficoltà di apprendimento, a cui si aggiungono altre manifestazioni come palpitazioni, tremori o disturbi gastrici. Sintomi che causano un disagio sociale significativo per chi ne soffre alterandone l’approccio alla vita quotidiana, dalla sfera delle relazioni a quella lavorativa.
Trattamenti
A causa della natura mista del disturbo ansioso depressivo, individuare un trattamento ottimale in senso assoluto rappresenta una sfida dal momento che, soprattutto dal punto di vista farmacologico, alcune sostanze sono più efficaci per un disturbo piuttosto che per un altro.
Per quanto riguarda un trattamento psicoterapico il trattamento psicoanalitico mira alla comprensione dei significati inconsci sia dell’ansia che della depressione come manifestazioni di conflitti interiori con il fine di accompagnare la persona verso una maggior consapevolezza di sé e del proprio mondo interno.
L’approccio cognitivo comportamentale invece si è rivelato utile nel far emergere i meccanismi che stanno alla base della sintomatologia e la persona viene quindi aiutata a comprendere quando si attiva la sfera cognitiva e quando quella emotiva con lo scopo di raggiungere un equilibrio tra le due sfere.